Prima esperienza straniera da incubo

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In questo inverno ho avuto momenti duri nei quali volevo piantare tutto, smettere di correre e lasciare questa grande passione. Poi ho avuto la forza (grazie a molti amici che mi hanno spronato soprattutto da Facebook), di riprendere e pensare a migliorare soprattutto sulla maratona.

È un po’ di tempo che, però, devo dire di essere abbastanza sfortunato nella scelta delle gare. A settembre alla Mezza di Monza ho corso sotto una pioggia battente. Ad ottobre alla Mezza di Cremona stessa identica cosa. A Firenze una botta di fortuna mi ha lasciato correre la maratona in condizioni ottimali ma poi di nuovo da capo. A Gennaio stavo bene e dovevo correre la Mezza di Alicante che poi l’allenatore ha deciso di cambiare con la Mezza di Marrakech la settimana dopo. Alcuni giorni dopo sempre l’allenatore ha optato per la Mezza di Barcellona il 14 febbraio. La condizione fisica stava piano piano calando e nell ultimo periodo si è arrivati finalmente ad una soluzione definitiva con la mezza di Verona lo stesso giorno di Barcellona.
Quella settimana è stata dura perché la condizione fisica era ormai disastrosa. In più, come ormai noto, ho trovato una pioggia molto forte che mi ha fatto chiudere col morale sotto i piedi. Da lì una settimana di stop per influenza e poi sono ripartito con un po’ più di convinzione pensando solo alla Maratona che avrebbe dovuto essere quella di Milano. Intanto ho corso la StraMilano con un discreto tempo di 66’35” nonostante un vento abbastanza fastidioso. Da lì il coach ed io abbiamo deciso di prendere tre settimane in più e fare la Maratona di Londra. L’idea mi entusiasmava molto e mi sono caricato mentalmente. Gli allenamenti iniziavano a filare lisci e a Milano, in concomitanza con la Maratona del 3 aprile, ho corso la Staffetta a quattro sulla distanza dei 42,195 m con Omar Guerniche, Ahmed El Mazoury e Joannes Girmay tutti allenati da Giorgio Rondelli. Anche quel giorno buon test correndo 10 km in 30’45”.
La scelta della maratona da parte di Rondelli è poi slittata da Londra a Zurigo per maggiore facilità di spostamento. Ho comunque accettato nonostante la poca convinzione di andare in Svizzera. Avevo pensato anche di anticipare e correre a Roma ma poi siamo rimasti su Zurigo.
Le ultime settimane di avvicinamento sono state ottime e le condizioni premettevano un tempo simile o appena superiore a quello fatto a Firenze quindi chiudere la distanza in 2h16 circa.
Dei tre che dovevamo correre (io, Dario Rognoni e El Mazoury) sono rimasto solo io.
Sabato prima della gara ero già preoccupato per le condizioni climatiche che davano pioggia, freddo e vento (come al solito).
Dopo un viaggio in macchina con coach Giorgio non dei più tranquilli (perché io se non guido patisco la macchina) sono arrivato a Zurigo che sembravo un cadavere. Mal di testa, mal di stomaco e in più i ristori personalizzati non me li hanno fatti mettere perché non ero ritenuto un top runner e non ero stato invitato (nonostante un accredito di 2.15, probabilmente anche perché non ho un manager che permette tutto questo), così dopo il ritiro del numero siamo andati in hotel. Dopo cena mi sono infilato subito a letto cercando di farmi passare il mal di testa visto che il giorno dopo lo start era per le 8.30. Per fortuna la mattina il fastidio era scomparso ma uscito alle 7.50 per scaldarmi mi sono reso conto che le previsioni svizzere non sgarrano. 2 gradi, vento gelido e pioggia che in partenza si è tramutata in grandine leggera. Sulla linea di partenza avevo i piedi già bagnati e la pioggia iniziava ad essere più insistente. Alle 8.30 lo sparo e mi sono inserito subito nel secondo gruppo ossia quello che puntava a chiudere sotto le 2.14. Però al terzo km mi sono reso conto che quel ritmo era eccessivo per me così ho calato leggermente rimanendo solo. Davanti andavano via e dietro il vuoto. Al 5º km ha iniziato a nevicare insistentemente ed il mio ritmo è calato un po’. Al passaggio al 10º km ero già in ritardo (32’25”). Ho preso la borraccia da Rondelli e non faticando molto ho pensato di andare regolare che comunque avrei chiuso sulle 2h17/2h18 circa.
Dal 12º km però il vento gelido lungo il lago mi penetrava nelle ossa ed ho iniziato a correre a 3.20/3.25 al km. I polpacci hanno iniziato a bloccarsi ed anche le cosce non le sentivo più. Al 17º km un Tunisino che voleva chiudere come me mi si è affiancato ed ho visto che anche lui non riusciva a correre sciolto. Avevamo freddo tutti e due e al passaggio alla mezza vedendolo arrendersi e vedendo che iniziavo a correre a 3.35/3.40 al km faticando molto ho optato per fermarmi. Lo staff ci ha dato dei teli per coprirci e ad un certo punto una signora ha aperto il cancello di casa facendoci entrare nella sua caldaia per scaldarci dandoci coperte e magliette. Al passaggio della mezza c’era anche il rientro col passaggio dei 30 km così dopo un po’ di tempo abbiamo visto entrare in questa stanza un altro atleta straniero che a Firenze avevamo corso praticamente insieme, due atleti Kenyani ed una donna giapponese. La preoccupazione da parte dello staff per un’ipotermia di questi atleti li ha spinti a chiamare un’ambulanza che prontamente è arrivata. Ci hanno invitati tutti a salire sul veicolo e, sinceramente, pensando ci portassero alla partenza siamo saliti. Il problema è che questa ambulanza arrivava dall’ospedale di Männedorf a circa 20 km da Zurigo. Dopo averci preso i dati io ho iniziato a chiedere di voler tornare alla partenza. Subito hanno detto di aspettare 5 minuti che sarebbe arrivato il bus dell’organizzazione. Questi 5 minuti sono poi diventati 40 minuti e poi 1 ora e mezza. Da lì ho iniziato a preoccuparmi sia perché sapevo che l’allenatore, non vedendomi, non sapeva dove cercarmi e sia perché anche da casa i miei genitori li sapevo in ansia. Così ho chiesto di fare una telefonata a mia mamma per rassicurarla e chiederle il numero del mio allenatore ma non c’era verso di telefonare in Italia con nessun prefisso. Non sapevo più dove sbattere la testa quando una telefonata di Rondelli all’ospedale mi ha aperto il cuore. Mi ha detto di prendere un taxi ed andare in hotel. Così ho chiesto ad un infermiere (tra mezzo francese suo visto che il tedesco e l’inglese non lo parlo) di chiamare un taxi. Ma sapevo che non sarei potuto andare via così facilmente visto che avevo già pensato a questa opzione ma in Svizzera se non paghi non esci dall’ospedale (tipo carcere). Così dopo varie suppliche dicendo di non avere soldi (perché non gareggio con telefono e soldi in tasca) sono riuscito a farmi dimettere dicendo che avrebbe pagato l’organizzazione della gara. Il tassista parlava bene l’italiano così dopo avergli spiegato la mia avventura mi ha dato il suo telefono facendomi telefonare a casa rassicurando tutti. Dopo 20 km e 140€ di taxi finalmente sono arrivato in hotel dove c’era Rondelli ad aspettarmi. Ormai la pioggia era svanita e c’era un bel sole sul lago (strano vero?). Doccia veloce e via verso il ritorno in Italia. Un’avventura che ricorderò per molto tempo.
Tornato a casa senza aver pranzato, ed un digiuno di 12 ore, ho potuto mangiare cena e ripensare a tutta questa avventura. Visto che dove gareggiano gli altri trovano sempre vento a favore su gare tutte dritte, sole, temperature ottimali e dove gareggio io ci sono sempre condizioni pessime, ho pensato di fare un bel viaggio a Lourdes per vedere se mi può salvare da questo malocchio fatto da qualcuno (con la nuvoletta di Fantozzi sempre presente).
Ora parto già subito con la velocità per correre a breve un 5000 e poi andare a Roma a disputare i campionati italiani di 10.000 in pista il 14 maggio, dimenticare questa delusione e sperando di trovare una bella maratona autunnale per recuperare la mancata prestazione primaverile.
Intanto saluto tutti e spero di aggiornarvi con un po’ più di frequenza rispetto a questo ultimo periodo.
A presto.

Primi km appena dietro ai primi
Nevicata sul tracciato
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Informazioni su René Cunéaz

Nato ad Aosta il 14/02/1988 ho iniziato a praticare lo sport con lo sci di fondo all'età di 4 anni. A 14 sono entrato nel comitato regionale ASIVA cercando di svolgere al meglio studio e sport. A 18 anni ho conquistato 2 medaglie di Bronzo ai campionati Italiani Junior nella 10 km a Tecnica Classica e nella Double Pursuit 7.5 km a Tecnica Classica + 7.5 km a Tecnica Libera alle spalle di Dietmar Noeckler e Fabrizio Clementi e davanti a Mattia Pellegrin i quali hanno poi esordito in coppa del mondo. In me nessuno ha creduto e non sono stato preso in considerazione da un centro sportivo. Ho chiuso la mia carriera da fondista col terzo posto alla gran fondo Marcia Gran Paradiso di 45 km a Cogne e ho conseguito il diploma da maestro di sci nordico. Da quel giorno mi sono dedicato, lavorando, all'atletica leggera. I risultati sono migliorati ogni anno su distanze sempre più lunghe fino all'esordio in maratona nel 2014. Questo blog nasce per tenere informati tutti gli amici e appassionati dei miei risultati sportivi. Primati personali: _ 800 - 1'59''32 - Torino 2009 _ 1500 - 3'53''72 - Milano 2012 _ Miglio - 4'29"66 - Aosta 2015 _ 2000 - 5'33''68 - Milano 2013 _ 3000 - 8'16''76 - Milano 2020 _ 3000 siepi - 9'31''07 - Torino 2013 _ 5000 - 14'14''87 - Losanna 2020 _ 10000 - 29'48''94 - Milano 2021 _ 10 km Strada - 29'50" - Canelli 2019 _ Maratonina - 64'55'' - Trino 2020 _ Maratona - 2h12'48'' - Siviglia 2022

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